Giallo valzer – Milano-Vienna 1853

Ancora una volta -sembra dire Saino- non si può pensare un’Italia diversa e migliore senza un’adeguata riflessione sul Risorgimento. Risulta in questo senso decisiva la parte centrale del romanzo, quella sorta di intermezzo che separa la fase milanese da quella viennese della vicenda. […] la fase del viaggio verso Vienna rappresenta il momento più autentico in cui Saino si confronta con le dinamiche sociali che in questo romanzo gli stanno a cuore. La carrozza diventa un luogo mitico, un piccolo universo in cui è presente l’intera società dell’epoca: da una parte le forze dell’ordine (Zecchini), quindi il nobile decaduto, l’operaio, il sacerdote e l’intellettuale. E lo stesso espediente della diligenza in Ombre rosse di John Ford, in cui la diligenza rappresen-ta un intero microcosmo, o di Un mondo nuovo di Ettore Scola, dove nella carrozza che trasporta il fuggitivo Luigi XVI incontriamo Giacomo Casanova e altre importanti figure della società tardo settecentesca. Se il nobile è il simbolo di un passato ormai sconfitto (egli nella sua altezzosità non può che manifestare disprezzo per le nuove figure progressive della storia, destinate a marginalizzarlo), gli altri viaggiatori rappresentano realtà sociali in fermento; persino il sacerdote svetta sul nobile quando, in modo autentico e non ipocrita, gli ricorda l’importanza della solidarietà sociale, che non può certo limitarsi all’elemosina. Ma particolarmente riuscito è il personaggio del Piazza, l’operaio, il più umile, ma il vero intellettuale, colui che mostra maggiore consapevolezza di come il mondo si stia muovendo, l’unico in grado di colpire veramente l’attenzione di Zecchini. Non a caso quest’ultimo ne coglie l’intelligenza in un colloquio privato, nel quale si rivela l’indulgenza del Commissario nei confronti di quello che in fondo è, secondo le leggi del tempo, un sovversivo. Altrettanto significativa è la comparsa, nella seconda parte del viaggio, da Lubiana a Vienna, in un contesto ben più alto-locato, dell’originale figura dell’economista tedesco Herman Gossen, di cui peraltro in modo avvincente viene riassunta l’interessante teoria, la quale in modo utopistico immagina un compromesso possibile tra classi sociali, per risolvere un’esigenza al contempo politica e morale (migliorare la condizione dei ceti subalterni) e scongiurare la probabile violenza rivoluzionaria nel caso le ragioni degli ultimi non venissero ascoltate.

Paolo Saino
Giallo valzer – Milano-Vienna 1853
Leucotea Edizioni, 2020
Romanzo storico

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